Il condominio delle Papaghene

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3 partecipanti

    Il volontariato in ambulanza

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    Messaggio Da Ele Mer 24 Giu 2009, 01:49

    Ciao a tutti :) Sono una volontaria dell 118... Visto che è stata aperta una categoria così importante, credo che sia utile far conoscere un pò di più come si svolge l'attività di volontariato..

    COS'E' IL VOLONTARIO DEL 118?


    Il soccoritore volontario è pronto ad intervenire ovunque ci sia sofferenza, secondo i principi d'umana solidarietà, ma deve agire in un ambiente di sicurezza cercando di salvare la vita al malcapitato di turno senza per questo mettere a repentaglio la propria. Tutto il personale volontario dell'associazione Soccorso e Protezione Civile, operante nel soccorso del 118, ha frequentato un corso di primo soccorso a cura del personale medico del Pronto Soccorso dell'ospedale ed ha superato le prove teorico-pratiche del corso di rianimazione cardiopolmonare di base e defibrillazione precoce, tenuto dall'IRC (ITALIAN RESUSCITATION COUNCIL), conseguendo l'attestato di "Esecutore BLS-D". Il volontariato al 118 è in grado di prestare un primo soccorso alle persone coinvolte in un incidente o alle vittime di un malore, nell'attesa che intervenga un soccorso avanzato.

    CHE COS'E' IL 118?

    Il 118 è un servizio pubblico di pronto intervento sanitario attivo 24 ore su 24. La centrale operativa ha il compito di stabilire la gravità dell'evento segnalato da un'eventuale chiamata e di decidere che tipo di risposta fornire, attivando il P.e.t. (punto di emergenza territoriale) più idoneo, per caratteristica e vicinanza, a rispondere alla richiesta di soccorso. Il mezzo inviato può essere un'Unita Mobile di Soccorso (U.M.S.) cioè un'ambulanza con un medico a bordo, oppure un'Unità Ordinaria di Soccorso (U.O.S.) cioè un'ambulanza con soli volontari.

    TIPOLOGIA DELLE RICHIESTE D'INTERVENTO SANITARIO

    Le richieste di intervento sanitario vengono suddivise in:
    RICHIESTE ORDINARIE: quando non vi è alcuna situazione di emergenze o urgenza;
    RICHIESTA DI URGENZA: urgenza differibile poichè non vi è un imminente pericolo di vita;
    RICHIESTA DI EMERGENZA: urgenza indifferibile poichè sussiste imminente pericolo di vita.


    I CODICI DI GRAVITA'


    Per usufruire del pronto intervento di un'ambulanza dopo aver composto il 118 è necessario rispondere alle domande dell'operatore di centrale. Quest'ultimo, dopo aver identificato il luogo da cui proviene la richiesta di soccorso, valuta la gravità dell'evento segnalato e gli atribuisce un codice d'invio.
    CODICE BIANCO patologia non critica. Non c'è pericolo di vita per il paziente. Es. Ubriaco, vigile e cosciente.
    CODICE VERDE patologia acuta ma stabile. Il servizio può essere differito nel tempo poichè il soggetto conserva parametri vitali . Es. frattura semplice, malore leggero.
    CODICE GIALLO patologia mediamente critica. Il servizio è indifferibile: situazione a rischio con un soggetto con parametri vitali mantenuti, ma per il quale non si esclude una compromissione anche presto. Es.infarto. edema polmonare.
    CODICE ROSSO patologia molto critica. Il servizio è indifferibile poichè il soggetto è in imminente pericolo di vita. Es.arresto cardiaco.
    CODICE AZZURRO il soggetto è deceduto.

    CODICE DI RIENTRO



    Gli operatori del soccorso giunti nel luogo dell'evento, dopo aver effettuato la valutazione sanitaria del paziente soccorso devono identificare le condizioni dello stesso con un codice di rientro che è il seguente:
    CODICE 0 : il soggetto non necessità di intervento;
    CODICE 1 : il soggetto è affetto da forma morbosa di grado lieve;
    CODICE 2 : il soggetto è affetto da forma morbosa grave;
    CODICE 3 : il soggeto ha le funzioni vitali compromesse;
    CODICE 4 : il soggetto è deceduto.


    Questo è solo un piccolo spunto su cos'è e come funziona il 118..

    Io sono una volontaria da Novembre 2008. Ho iniziato facendo 20 ore di aspirante socio; dopo queste ore ho presentato una domanda dove chiedevo di diventare socio dell'associazione in cui mi trovavo, in questo caso l'S.O.S Elmas, hanno accolto la mia domanda e ho iniziato a fare 15 ore obbligatorie al mese. Nelle prime 15 ore sono diventata un'allieva telefonista affiancata da una telefonista esperta dove mi ha insegnato tutto ciò che riguarda il centralino( le chiamate, la formazione dell'equipaggio ect.), dopo le 15 ore obbligatorie al mese ho sostenuto un breve esame e sono diventata una telefonista. Dopo le 15 ore da telefonista sono passata e sono tutt'ora un'allieva barreliera, ovvero sto imparando a soccorrere le persone che hanno bisogno di aiuto quindi non mi occupo più del centralino, ma m'interesso di quello che succede in ambulanza con l'equipaggio formato da: AUTISTA, CAPOTURNO, UOMO O DONNA SOCCORRITORE E ALLIEVO BARRELIERE. Durante i mesi di volontariato, si svolgeranno dei corsi da seguire di BLS-D e di trauma indispensabili per chi sale in ambulanza perchè riguardano il primo soccorso.
    Questo è la procedura per chi volesse avvicinarsi al volontariato in ambulanza. E' un esperienza che ti regala tante soddisfazioni ed emozioni. Riesci a vedere un'altra realtà delle cose soprattutto per quanto riguarda la vita delle persone. Non sempre si ha il lieto fine però hai combattuto per salvare la vità di chi si è trovato in difficoltà.
    Ora aspetto i vostri commenti e le vostre riflessioni e magari qualche informazioni per chi volesse iscriversi ad un'associazione di volontariato.

    Baci
    La Croce Rossina ;)
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    Messaggio Da Admin Orochisama Mer 24 Giu 2009, 13:46

    Grazie Ele per questo topic!!! Bello e soprattutto utile anche a livello informativo, è un argomento che credo possa suscitare interesse in tutti.

    Dunque se uno è interessato a diventare un volontario SOS deve rivolgersi all'associazione del proprio paese e poi inizierà i vari corsi di cui ci hai parlato tu?
    Un'altra domanda, forse un tantino banale (però sono molti che dicono io lo farei il volontario ma solo la vista del sangue mi fa star male aiuto!!! E magari è solo una scusa oppure scarsa informazione sull'argomento), se uno vuole fare il volontario, ma è "sensibile" e in ambulanza non ci vuole andare, può scegliere di essere solo un telefonista?
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    Messaggio Da Ele Mer 24 Giu 2009, 14:08

    Ciauuu :^_^:
    Per chi volesse iniziare a fare il volontario al 118 si può iscrivere in qualsiasi associazione, non dev'essere per forza quella del proprio paese oppure si può iscrivere anche in più associazioni; ovviamente inizierà il procedimento che vi ho spiegato alla fine. Durante i mesi si svolgeranno anche dei corsi più approfonditi come il corso di trauma e di rianimazione.
    Per chi fosse sensibile al sangue e non vorrebbe mai salire in ambulanza, può sempre svolgere l'attività di volontariato rimanendo solo al centralino e quindi s'interesserà solo delle chiamate d'emergenza e del resto..

    Piano piano aggiungerò degli argomenti più interessanti come i corsi di trauma e di BLS-D, come funziona l'ambulanza, cosa c'è all'interno dell'ambulanza e così via..
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    Messaggio Da Admin Orochisama Mer 24 Giu 2009, 14:18

    Ok perfetto! Io sono curiosa di leggere quello di BLS-D visto che sono ignorante in materiaIl volontariato in ambulanza 796883
    Aspetteremo con ansia!:qaz:
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    Messaggio Da Papaghena Mer 24 Giu 2009, 15:10

    Croce Rossina...cosa vuol dire BLS-D?? ehm
    Poi approfondirai l'argomento, ma cosa riguarda? ehm
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    Messaggio Da Admin Orochisama Mer 24 Giu 2009, 15:14

    Papaghena ha scritto:Croce Rossina...cosa vuol dire BLS-D?? ehm
    Poi approfondirai l'argomento, ma cosa riguarda? ehm

    Dovrebbe essere se non sbaglio, nel caso mi correggerà Ele, il corso per la rianimazione, se è quello è molto interessante!!!
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 13:01

    BLS-D



    Il basic life support noto anche come BLS, è una tecnica di primo soccorso
    che può, in alcune circostanze, essere determinante per salvare la
    vita di un infortunato. Per paziente infortunato si intendono molte
    condizioni, da una persona priva di sensi (persona svenuta); o una
    persona con un blocco meccanico delle vie aeree (oggetti nella gola dei
    bambini, acqua nei soggetti che affogano); alla persona sottoposta a folgorazione elettrica oppure a politrauma della strada con fratture (spesso alle coste); ed infine al paziente in totale arresto cardiaco con temporaneo stato di coma.

    La tecnica nota come BLS, che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) è compresa nella sequenza di supporto di base alle funzioni vitali.
    La definizione BLS/D si riferisce al protocollo BLS con l'aggiunta della procedura di defibrillazione (e che è lo standard progressivo nei corsi di formazione per soccorritori laici).
    Lo scopo di tale manovra è quello di mantenere ossigenato il cervello e
    il muscolo cardiaco, insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue.



    Valutazione della scena

    Prima di effettuare qualsiasi azione su un soggetto, il soccorritore
    deve accertarsi che la zona in cui agisce sia priva di pericoli: ad
    esempio occorre accertare che il soggetto non sia a contatto con parti
    sotto tensione, che non vi siano odori di gas o liquidi, o cavi della
    luce. Nel caso in un cui la zona non sia sicura vanno avvertite le
    autorità competenti, come ad esempio i Vigili del fuoco. Se la zona è sicura, allora è possibile procedere con l'ABC della rianimazione cardiopolmonare.

    La rianimazione viene praticata esclusivamente su un soggetto
    incosciente, che non risponde al richiamo verbale e agli stimoli
    tattili (per esempio, se scosso). Valutare se il soggetto è vittima di
    un malore oppure di un trauma; nel secondo caso non muovere il paziente
    e contattare immediatamente il 118.




    Valutazione dello stato di coscienza

    La valutazione dello stato di coscienza del soggetto è la capacità
    dello stesso di rispondere agli stimoli esterni. La comunicazione con
    la persona deve avvenire sfruttando tutti i cinque sensi.

    La persona deve essere scossa leggermente per le spalle e chiamata
    ad alta voce; le va presa anche la mano e va fatta richiesta di
    stringere quella del soccorritore. Se non reagisce a nessuno di questi
    stimoli allora la persona è definita incosciente. In questo caso va
    fatta immediata richiesta a chi ci sta vicino di chiamare il Numero telefonico per le emergenze mediche (118 in Italia, 144 in Svizzera, 112 nella maggior parte dei paesi dell'Unione Europea).
    Nel caso in cui il paziente sia cosciente può essere comunque allertata
    la centrale per l'invio di personale qualificato al fine di controlli
    più accurati.




    ABC del Basic Life Support

    La seconda fase del BLS consiste in una procedura che viene denominata ABC, dalle iniziali delle parole inglesi Airway, Breathing, Circulation.

    A: Airways
    Il pericolo che corre una persona incosciente è l'ostruzione delle
    vie aeree: anche la stessa lingua può cadere all'indietro e impedire la
    respirazione, a causa della perdita di tonicità della muscolatura.
    Prima di verificare la pervietà delle vie aeree e quindi l'assenza di
    oggetti che possano ostruire il passaggio dell'aria si effettua una modica estensione
    della testa, proprio per evitare un auto-soffocamento con la lingua.
    Per effettuare la manovra dell'estensione, vanno poste una mano sulla
    fronte, per portare indietro la testa, e due dita sotto il mento, per
    sollevarlo. La manovra di estensione non dovrà essere violenta nè
    brusca (il collo è molto delicato) ma dovrà comunque essere efficace.
    Sempre per questa ragione, nel caso vi sia un trauma cervicale anche
    solo sospetto, l'estensione dovrà essere evitata insieme a tutti gli
    altri movimenti del paziente: solo se dovesse rendersi assolutamente necessaria
    (in caso ad esempio di un paziente in arresto respiratorio), la manovra
    dovrà essere solo parziale. Il cavo orale deve quindi essere
    ispezionato tramite la "manovra a borsellino" che si effettua ruotando
    assieme l'indice e il pollice. Se sono presenti oggetti che ostruiscono
    le vie respiratorie vanno rimossi con le mani oppure con pinze facendo
    attenzione a non spingere il corpo estraneo ancora più in profondità.
    Se è presente acqua o altro liquido (per esempio dopo un annegamento)
    bisognerà inclinare lateralmente la testa dell'infortunato (tutto il
    corpo in più persone se c'è un sospetto trauma del rachide cervicale,
    per non muovere il collo) per permettere al liquido di fuoriuscire.



    B: Breathing
    Dopo la fase di Airway è necessario controllare se
    l'infortunato respira. La posizione ideale per farlo è accostare la
    guancia alla sua bocca (a circa 3-5 cm), osservando nel frattempo il
    torace, e poggiandovi eventualmente una mano. Questa manovra è detta "GAS" che sta per Guardo, Ascolto, Sento:


    1. Guardare il movimento del torace
    2. Ascoltare il respiro
    3. Sentire il flusso d'aria sulla guancia
    Questa osservazione deve essere mantenuta per 10 secondi, contando
    ad alta voce, mantenendo la testa del paziente iperestesa. Contare ad
    alta voce serve a chi interviene nel frattempo, e conosce i fondamenti
    della BLS, a capire senza interrompervi che può essere necessario il
    suo aiuto. È necessario fare attenzione a non confondere ansimi e
    gorgoglii emessi in caso di arresto respiratorio con la respirazione
    normale.



    C: Circulation
    Mentre si effettua la manovra GAS si deve valutare se sono presenti
    movimenti della persona, colpi di tosse, respiro, che sono segnali
    della presenza di attività circolatoria. La manovra è definita MOTORE
    (MOvimenti, TOsse, REspiro).Oltre a queste due operazioni, è sempre
    consigliabile la ricerca del polso, preferibilmente carotideo (premere
    con i polpastrelli di indice e medio sulla carotide, posta lateralmente
    alla gola), giacché permette la percezione di battito cardiaco anche ad
    una pressione arteriosa sistolica (massima) di 20-30 mmHg, mentre il
    polso radiale e femorale non permettono di reperire battito con
    pressione arteriosa sistolica inferiore rispettivamente a 90 mmHg e 60
    mmHg. Comunque, poiché non è facile cercare il polso carotideo
    soprattutto se non si è esperti, la presenza di MOTORE, anche quando il
    polso carotideo non ci segnali attività cardiaca, è una prova certa che
    il cuore sta battendo.

    La ricerca di segni di circolo (MOTORE) non deve in nessun modo
    ritardare le operazioni di soccorso, per cui in caso di dubbio, si
    assume che l'attività cardiaca sia assente.

    In assenza di MOTORE è indispensabile iniziare la rianimazione
    cardio-polmonare. Se si è da soli a soccorrere si chiama in questo
    momento il 118. Se i soccorsi sono stati già chiamati, è importante
    informare che c'è una persona in arresto cardiaco.




    Rianimazione cardio-polmonare
    La procedura della rianimazione cardio-polmonare consiste in queste fasi:

    • Il paziente deve trovarsi su una superficie rigida (una superficie
      morbida o cedevole rende completamente inutili le compressioni).

    • Inginocchiati a fianco del torace.
    • Rimuovi, aprendo o tagliando se necessario, gli abiti
      dell'infortunato. La manovra richiede il contatto con il torace, per
      essere sicuri della corretta posizione delle mani.

    • Colloca le mani direttamente sopra lo sterno, una sopra all'altra,
      al centro del petto. Per evitare di rompere le costole, solo il palmo
      delle mani dovrebbe toccare il torace. Più in particolare, il punto di
      contatto dovrebbe essere l'eminenza palmare, ovvero la parte più
      inferiore e vicina al polso del palmo, che si presenta più dura e posta
      in asse con l'arto. Per facilitare questo contatto può essere utile
      intrecciare le dita e sollevarle leggermente.

    • Sposta il peso verso avanti, rimanendo sulle ginocchia, fino a che le tue spalle non sono direttamente sopra le tue mani.
    • Tenendo le braccia dritte, senza piegare i gomiti, muoviti su e giù
      con determinazione. La pressione sul torace deve provocare un movimento
      di circa 4-5cm per ciascuna compressione. È importante rilasciare
      completamente dopo ogni compressione. è assolutamente importante che
      durante tutto il periodo di compressione il palmo delle mani non si
      stacchi dal torace, generando un dannoso effetto di rimbalzo.

    • Il ritmo di compressione corretto è di circa 100 compressioni al
      minuto, per aiutarti a raggiungere la velocità corretta, conta a voce
      alta man mano che fai le compressioni.

    • Dopo ogni 30 compressioni, è necessario praticare 2 insufflazioni
      con la respirazione artificiale. La testa viene ruotata all'indietro,
      il soccorritore chiude il naso con una mano mentre estende la mandibola
      con l'altra per mantenere la bocca aperta. È fondamentale che durante
      le insufflazioni il capo rimanga iperesteso, giacché una scorretta
      posizione delle vie aeree espone la vittima al rischio che entri aria
      nello stomaco, provocando così facilmente rigurgito.Quest'ultimo è
      provocato anche dalla potenza con cui si soffia ovvero se si soffia
      troppo forte si manda aria nello stomaco. La respirazione bocca a bocca
      comporta l'insufflazione forzata di aria nel sistema respiratorio
      dell'infortunato, con l'ausilio di una mascherina o di un boccaio. In
      caso di mancanza, un fazzoletto di cotone può essere impiegato per
      proteggere il soccorritore dal contatto diretto con la bocca
      dell'infortunato.Le nuove linee guida del 2005 mettono in guardia il
      soccorritore dai rischi dell'iperventilazione:aumento eccessivo della
      pressione intratoracica, rischio di insufflazione di aria nello
      stomaco, eccessivo ritorno venoso al cuore;per questa ragione le
      insufflazioni non devono essere eccessivamente energiche, ma emettere
      una quantità d'aria non superiore a 500-600 cc(mezzo litro,in un tempo
      non superiore al secondo).In ultimo va ricordato che l'aria inspirata
      dal soccorritore prima di insufflare deve essere il più possibile
      "pura", e cioè contenere la più alta percentuale possibile di ossigeno:
      per questo tra un'insufflazione e l'altra il soccorritore dovrà alzare
      la testa per inspirare a una distanza sufficiente perché non inspiri
      l'aria emessa dalla vittima,che presenta una densità di ossigeno minore.

    • Ritorna dalla parte del torace e riposizione le mani nella posizione corretta.
    • Ripeti il ciclo di 30:2 finché il paziente riprende le sue funzioni normali.
    • Ogni due minuti va valutata la presenza di MOTORE; se ancora
      assenti va ripresa la rianimazione cardio-polmonare. Se invece presenti
      (la vittima muove un braccio, tossisce, muove gli occhi, parla ecc.),
      bisogna procedere alla valutazione del respiro (punto B.=Guardo Ascolto
      Sento per 10 sec.):se quindi la respirazione è presente, si potrà
      disporre la vittima in PLS (Posizione Laterale di Sicurezza),
      altrimenti si dovranno eseguire soltanto ventilazioni (10 al minuto),
      ricontrollando ogni 2 minuti GAS+MOTORE fino alla ripresa completa
      della respirazione.

    • La rianimazione deve sempre cominciare con le compressioni salvo
      nel caso in cui si tratti di trauma, annegamento o la vittima sia un
      bambino: in questi casi si comincerà con 5 insufflazioni, per poi
      proseguire normalmente con l'alternanza compressioni-insufflazioni.
      Questo avviene perché in caso di annegamento o trauma si presume che
      l'ossigeno presente nei polmoni dell'infortunato non sia in quantità
      sufficiente a garantire l'efficienza della circolazione sanguigna; a
      maggior ragione, a titolo precauzionale, si inizierà con le
      insufflazioni in caso la vittima sia un bambino, in virtù del fatto che
      è presumibile che un bambino, godendo di buone condizioni di salute, si
      trovi in stato di arresto cardiaco per cause dovute con maggiore
      probabilità a trauma o annegamento.

    Un soccorritore può smettere il massaggio cardiaco quando:

    • un medico (del 118 e quindi con competenze in rianimazione) constata l'avvenuto decesso
    • arriva soccorso qualificato con ad esempio una più efficace attrezzatura
    • è sfinito e non ha più forze (anche se in questo caso in genere si
      chiedono i cambi, che dovranno avvenire a metà delle 30 compressioni,
      in maniera tale da non interrompere il ciclo
      compressioni-insufflazioni).

    • il soggetto riprende le funzioni vitali
    • accade qualcosa per il quale il luogo non diventa piu' sicuro.In
      caso di grave pericolo il soccorritore ha il dovere di mettersi in
      salvo.



    La posizione laterale di sicurezza (PLS)

    Se la respirazione torna ad essere presente, ma il paziente è ancora in
    stato di incoscienza e non si suppone un trauma, esso va posizionato in
    posizione laterale di sicurezza. Per far ciò bisogna flettere un
    ginocchio e portare il piede della medesima gamba sotto il ginocchio
    della gamba opposta. Bisogna far scivolare il braccio opposto alla
    gamba flessa sul terreno finché non sia perpendicolare al tronco.
    L'altro braccio va posto sul torace, in modo che la mano passi sul lato
    del collo. Successivamente il soccorritore deve porsi sul fianco che
    non presenta il braccio esteso esternamente, infilare il proprio
    braccio fra l'arco formato dalle gambe del paziente e con l'altro
    afferrare la testa. Facendo leva sulle ginocchia, bisogna far rotolare
    delicatamente il paziente sul fianco del braccio esterno, accompagnando
    il movimento della testa. La testa va poi iperestesa e mantenuta in
    tale posizione sistemando sotto la guancia la mano del braccio che non
    tocca terra. Questa posizione ha lo scopo di mantenere le vie aeree
    pervie ed evitare che improvvisi getti di vomito occludano la cavità
    respiratoria ed entrino nei polmoni, danneggiandone l'integrità. Con la
    posizione laterale di sicurezza ogni liquido emesso viene espulso fuori
    dal corpo.
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 14:14

    Defibrillatore semiautomatico


    Il defibrillatore semiautomatico (spesso abbreviato con DAE, defibrillatore automatico esterno, o AED, automated external defibrillator) è un
    dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l'arresto cardiaco dovuto ad aritmie, fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare. Nei casi sopra elencati il defibrillatore determina automaticamente se è necessaria una scarica e seleziona il livello di energia necessario. L'utente che lo manovra non ha la possibilità di forzare la scarica quando il dispositivo segnala che questa non è necessaria. Il funzionamento avviene per mezzo dell'applicazione di piastre adesive sul petto del paziente.
    Quando tali elettrodi vengono applicati al paziente, il dispositivo controlla
    il ritmo cardiaco e - se necessario - si carica e si predispone per la scarica.
    Quando il defibrillatore è carico, per mezzo di un altoparlante, fornisce le
    istruzioni all'utente, ricordando che nessuno deve toccare il paziente e che è
    necessario premere un pulsante per erogare la scarica. Dopo ciascuna scarica,
    il defibrillatore ripete il controllo del ritmo cardiaco e, se necessario, si
    predispone all'effettuazione di una nuova scarica.



    Utilizzo
    Il suo utilizzo può risultare di estrema utilità in caso di un intervento tempestivo sul paziente, dato che il defibrillatore, oltre ad effettuare per mezzo di elettrodi adesivi una
    scarica elettrica che va a ristabilire un battito regolare del cuore in caso di
    un arresto cardio-respiratorio, effettua in maniera automatica l'esame cardiaco
    della vittima cercando la sua pulsazione e in caso di arresto agisce sulla
    possibile fibrillazione che il cuore dopo un infarto sviluppa per una
    durata molto breve. La fibrillazione si può vedere come un leggerissimo tremore
    cardiaco, come se il cuore "vibrasse" in maniera superficiale.
    Situazione, come citato sopra, che va fermandosi sempre più con il passare dei
    minuti fino alla totale asistolia, ovvero il conosciuto anche per i meno esperti elettrocardiogramma piatto.
    Questo è il segnale di un totale blocco del muscolo cardiaco. Paziente in
    arresto.

    Il defibrillatore si presenta come una scatola di dimensioni variabili, a seconda del modello che si possiede. Le sue dimensioni sono circa 30 cm per 30 cm per una ventina di altezza. Al suo interno si trova oltre agli elettrodi che sono due, anche un
    kit di rasatura per togliere i possibili peli presenti sul petto della vittima.
    Fondamentale è che gli elettrodi adesivi aderiscano perfettamente,
    perché una loro adesione parziale o non corretta provocherebbe una rilevazione
    sbagliata o in molti casi del tutto assente da parte del defibrillatore. Questo
    comporterebbe una perdita consistente di tempo prezioso per il loro
    riposizionamento.

    Una volta spogliato il paziente e fatte tutte le valutazioni necessarie per intervenire usando un D.A.E., Defibrillatore Automatico Esterno, e rasata la parte
    sottoclavicolare destra e sottoascellare sinistra, si applicano i due elettrodi
    precedentemente staccati dalle loro pellicole di protezione. A quel punto si
    accende il defibrillatore, e lo si segue passo per passo. I moderni D.A.E. sono
    in grado di guidare, tramite una voce registrata, il soccorritore esperto o il
    semplice cittadino tramite le poche tappe e manovre da effettuare.

    Chiederà quindi una volta acceso di:

    • Inserire lo spinotto degli elettrodi nell'apposito
      connettore.
    • Effettuerà l'analisi del paziente, incitandovi a
      non toccare la persona vittima del malore.
    A quel punto se riconosce un battito anche debole chiederà di:

    • Controllare la respirazione

    Se invece il cuore non batte, ve lo segnalerà e consiglierà di scaricare.
    Il defibrillatore inoltre segnalerà continuamente di allontanarsi dal paziente e di non toccarlo fino a che non si avvertirà un "fischio" emesso dall'apparecchio con
    relativa segnalazione luminosa del tasto shock. In quel preciso momento siamo
    pronti a scaricare. A questo proposito è utile ricordare agli astanti che
    assistono ad una scena di rianimazione cardiopolmonare di prestare molta
    attenzione a ciò che dice il soccorritore addetto all'utilizzo del D.A.E. ed in
    particolare alla famosa "filastrocca di sicurezza": «Via Io, Via Voi,
    Via Tutti», con la quale l'operatore invita se stesso, i colleghi soccorritori
    e tutti i presenti a non toccare il paziente, dopodiché si effettua la scarica.

    Sarebbe opportuno spegnere tutti gli strumenti elettronici nelle vicinanze del D.A.E. quando questo è in funzione.
    Lo strumento effettuerà un'altra rilevazione delle funzioni elettriche del cuore, tornado ad avvertire di non toccare il paziente. Dopodiché se il cuore ha ripreso a battere, come
    detto prima vi inciterà a controllare il respiro. Se il cuore non ha ripreso a
    battere dobbiamo continuare con la manovra del BLS senza stare a staccare gli elettrodi. Dopo un paio di minuti che vengono praticati sia la respirazione sia il massaggio dai soccorritori, lo strumento vi avvertirà che sta nuovamente procedendo al
    controllo delle funzioni cardiache incitandovi allo stesso tempo ad
    allontanarsi. Continuerà cosi sempre, fino alla completa risoluzione del problema cuore-polmoni.

    L'aspetto del defibrillatore e le sue funzioni come ordine di frasi possono leggermente variare a seconda del modello e del tipo di strumento. Resta comunque uno standard comune delle fasi che devono essere effettuate.

    Il volontariato in ambulanza DEFIBRILLATORE


    Ultima modifica di Ele il Gio 25 Giu 2009, 23:05 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Papaghena Gio 25 Giu 2009, 14:15

    L'argomento mi sta appassionando! E' interessantissimo e suprattutto utile... ok
    Ho una domanda, non so se c'entri molto con le info di Ele, ma è una cosa che mi chiedo da un sacco di tempo.
    Se una persona sviene si sa, bisogna sollevarle le gambe..e si diceva di NON bagnarla con acqua non ricordo dove...dove? Ma se in quel momento la persona si trova sola, cosa succede? Può rischiare la vita? O prima o poi piano piano si riprende anche senza bisogno di aiuto? :*-):
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 14:40

    Può riprendere conoscenza da sola come non potrebbe succedere..
    Dipende se è svenuta per un abbassamento di pressione, per l'asia, oppure se è svenuta perchè ha problemi al cuore o un'infarto e quindi ci può essere anche un'arresto cardiaco..
    Nella mia scuola c'è una ragazza di 15 anni che ha un problema al cuore dalla nascita e sviene in continuazione perchè si chiude una valvola del cuore che non porta ossigeno al cervello e quindi è soggetta a svenimenti. Quasi sempre si risveglia però da poco si è sentita male in classe e ha perso conoscenza per più di mezz'ora. Resprirava ma non riusciva a fare altro. In quel caso bisgona accertarsi che respiri e quindi come vi ho spiegato prima nel BLS valutare l'ABC e nel caso metterla nella posizione laterale di sicurezza se respira e aspettare l'arrivo dell'ambulanza.
    Sembrano cose banali ma più delle volte si richia la vita.
    Comunque se uno sviene per abbassamento di pressione si risveglia piano piano.. Però è sempre meglio che ci sia qualcuno che possa aiutarlo..
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 15:03

    Soccorso vitale al traumatizzato


    Il Soccorso Vitale di base al Traumatizzato, abbreviato anche con SVT (in inglese BTLS, Basic Trauma Life Support o PTC, Pre-hospital Trauma Care), è una tecnica di soccorso per le persone che hanno subito un trauma, cioè un evento causato da una forza fisica che agisce sull'organismo provocandone danni. Questo tipo di
    soccorso è quindi rivolto non solo a pazienti che hanno subito ad esempio incidenti
    stradali, ma anche a persone annegate, folgorate, ustionate, o che hanno subito
    ferite da arma, poiché subentrano forze esterne come l'acqua, la corrente
    elettrica e il fuoco. Si parla di politrauma nel caso in cui una persona abbia subito lesioni in più di un distretto corporeo. È di grande importanza il tempo che intercorre tra l'evento del trauma e il soccorso, poiché minore è l'intervallo di tempo e maggiore è la possibilità che la persona traumatizzata possa sopravvivere. In questo ambito viene usato il termine inglese golden hour (ora d'oro) che si riferisce al fatto che il
    corretto intervento su un traumatizzato entro la prima ora dall'evento riduce il rischio di mortalità.




    Dinamica del trauma
    Quando un cittadino chiama il 118 gli vengono poste alcune domande sulla dinamica dell'evento, che servono agli operatori per valutare la gravità del trauma, stabilire un codice di emergenza e inviare l'adeguata squadra di soccorso che può essere composta da volontari, infermieri e/o medici a seconda dell'urgenza. Esistono degli elementi che definisco il trauma come a dinamica maggiore a causa della sua gravità e di conseguenza il suo codice di urgenza è rosso. I principali elementi sono:

    • l'età del paziente: minore di 5 anni e maggiore di
      55;
    • la violenza dell'impatto: uno scontro frontale o
      l'eiezione di una persona fuori dall'abitacolo;
    • lo scontro tra mezzi di dimensioni opposte:
      bicicletta/camion, automobile/pedone;
    • arrotamento;
    • persone decedute sullo stesso veicolo.
    In altri casi di traumi (folgorazione, ustione, annegamento, ferite d'arma) il codice è quasi sempre rosso, poiché le forze fisiche che hanno agito nell'evento sono molto pericolose.


    Danni primari e secondari
    Il danno che viene causato direttamente dal trauma è chiamato danno primario. Ad esempio in un incidente stradale i danni primari che può subire una persona possono essere la rottura di ossa e legamenti. I danni secondari sono quelli che il paziente riporta a seguito di un trauma; infatti l'energia del trauma (cinetica, termica, ecc...) agisce anche agli organi interni e può procurare danni più o meno gravi. I danni secondari più frequenti possono essere l'ipossia (mancanza di ossigeno), l'ipotensione (abbassamento della pressione arteriosa), l'ipercapnia (aumento dell'anidride carbonica nel sangue) e l'ipotermia (abbassamento della temperatura corporea).


    Catena della sopravvivenza
    In caso di trauma esiste una procedura che serve per coordinare le azioni di soccorso, chiamata catena di sopravvivenza del traumatizzato, che si divide in cinque punti principali:

    • chiamata di emergenza: allertamento tramite numero d'emergenza (in Italia 118);
    • triage
      effettuato per valutare la gravità dell'evento e il numero delle persone
      coinvolte;
    • soccorso preospedaliero effettuato dai
      soccorritori;
    • trasporto in ospedale;
    • trattamento ospedaliero effettuato da medici ed
      infermieri.

    Squadra di soccorso
    Poiché le manovre per gestire
    un paziente traumatizzato sono tante, una squadra che agisce su un SVT dovrebbe essere composta da almeno quattro persone: capo squadra, autista, primo e secondo soccorritore.


    • Il capo squadra (detto anche con il termine inglese
      team leader) è in genere il soccorritore con più esperienza o
      anzianità e gestisce e coordina le operazioni da fare durante un servizio.
      Il capo squadra è inoltre colui che effettua tutte le valutazioni.
    In una squadra in cui è presente un infermiere od un medico ufficiale del 118 il ruolo di caposquadra passa automaticamente a loro.

    • L'autista, oltre a guidare l'ambulanza, valuta lo
      scenario insieme al capo squadra ed aiuta gli altri soccorritori ad
      immobilizzare il paziente ed a fornire i materiali.
    • Il primo soccorritore si posizione alla testa del
      paziente traumatizzato e ne immobilizza la testa tenendola in posizione
      neutra fino al posizionamento sull'asse spinale. Nel caso in cui il
      paziente indossi un casco, il primo soccorritore si occupa della
      rimozione, stando sempre e comunque alla testa. Durante questa operazione
      il secondo soccorritore sorregge la testa.
    • Il secondo soccorritore si occupa di posizionare il
      collare al paziente, di immobilizzare la testa durante la rimozione di un
      casco, di tamponare le emorragie massive e di portare i materiali.


    BLS al traumatizzato

    Il supporto vitale di base
    (Basic Life Support) al traumatizzato si avvale degli stessi principi del normale BLS. Il BLS al traumatizzato prevede due valutazione: rapida esprimaria.




    Valutazione rapida
    La valutazione rapida viene eseguita su pazienti che hanno subito un trauma all'interno di un autoveicolo e serve per decidere se fare un'estricazione rapida o un'estricazione
    convenzionale del paziente a seconda dello stato di gravità. Grazie alla valutazione rapida è possibile avere un quadro immediato della situazione;
    infatti il capo squadra - dopo aver chiamato il paziente e avergli posto in genere una mano sul petto (o misurandogli il polso radiale o carotideo) - valuta in pochi secondi lo stato di coscienza del paziente, il respiro e il battito cardiaco.

    Nel caso in cui una persona abbia subito un trauma dovuto alla caduta da un motoveicolo, o nel caso di persona folgorata, annegata o ferita a causa di un'arma, si esegue la valutazione primaria sia che il paziente sia o non sia cosciente.
    Se invece la persona si trova all'interno di un autoveicolo e non è cosciente si esegue un'estricazione rapida; nel caso in cui invece sia cosciente si esegue un'estricazione
    convenzionale;



    Valutazione primaria
    Dopo aver effettuato la valutazione rapida ed una eventuale estricazione se necessario, si esegue la valutazione primaria che è suddivisa in cinque punti: A, B, C, D ed E.


    A - Airway
    (vie aeree)


    Questa fase viene eseguita
    dal capo squadra, dal primo soccorritore, che nel frattempo si è posizionato
    alla testa del paziente per immobilizzargli il rachide cervicale e dal secondo
    soccorritore che mette il collarino cervicale. Il capo squadra valuta lo stato di coscienza chiamando la persona e stabilendo un contatto fisico, per esempio toccandole le spalle; se non è cosciente viene chiamato il 118. Queste prime operazioni in cui si valuta
    lo stato di coscienza coincidono con la valutazione rapida nel caso di paziente
    rimasto all'interno di un abitacolo. Sempre in questa fase il team leader
    scopre il torace del paziente e controlla le vie aeree, posizionando se necessario una cannula oro-faringea. A seconda dei dettami della propria Centrale
    Operativa, è consigliabile nelle persone traumatizzate la somministrazione di Ossigeno ad alti flussi (10 - 12 l/min).



    B - Breathing
    (respirazione)


    Se il paziente risulta
    incosciente, dopo aver allertato il 118, il capo squadra procede con la manovra
    del GAS (Guardare, Ascoltare, Sentire) che serve per valutare se
    la persona respira. In caso di respiro assente viene eseguito il classico BLS
    effettuando due ventilazioni (possibilmente collegando il pallone
    autoespandibile alla bombola dell'ossigeno facendola erogare ad alti flussi) e
    si passa poi alla fase C. Nel caso in cui il respiro sia presente o nel caso in
    cui il paziente sia cosciente si posiziona la mascherina somministrando
    ossigeno ad altri flussi e si esegue l'OPACS (Osservo, Palpo, Ascolto, Conto,
    Saturimetro). Il capo squadra con questa manovra valuta diversi parametri del
    paziente: infatti osserva e palpa il torace verificando che non vi siano
    avvallamenti o anomalie, ascolta il respiro controllando che non vi siano
    gorgoglii o rumori, conta la frequenza respiratoria ed usa il saturimetro per
    valutare l'ossigenazione nel sangue e la frequenza cardiaca (a seconda del
    modello di saturimetro usato).



    C - Circulation
    (circolazione)


    In questa fase vengono
    valutati diversi parametri riguardanti la circolazione e il battito cardiaco.
    Se il paziente nella fase B è incosciente e non respira - dopo avergli
    effettuato due ventilazioni - si passa alla fase C che consiste nel controllo
    della presenza del polso carotideo, posizionando due dita sulla carotide e
    contando fino a 10 secondi. Se non c'è polso si passa alla rianimazione
    cardiopolmonare praticata nel BLS effettuando massaggi cardiaci. Se c'è polso e
    non c'è respiro si assiste la respirazione effettuando circa 12 insufflazioni
    al minuto con il pallone autoespandibile collegato alla bombola dell'ossigeno
    che eroga ad alti flussi. Se il polso carotideo risulta assenta la valutazione
    primaria si ferma a questo punto.

    Il paziente cosciente viene trattato in maniera differente. Viene valutata la pressione arteriosa tramite lo sfigmomanometro e il polso radiale: se quest'ultimo risulta assenta significa che la massima (sistolica) è minore di 80 mmHg.


    D - Disability
    (disabilità)


    In questa fase viene valutato
    lo stato neurologico della persona. I medici e gli infermieri usano la Glasgow
    Coma Scale
    (Scala di Glasgow, chiamata anche GCS), mentre i
    soccorritori usano la scala AVPU, che
    è più semplice e immediata. L'acronimo AVPU significa Alert, Verbal,
    Pain, Unresponsive. Con alert si intende un paziente
    cosciente, lucido e orientato; con verbal si intende un paziente
    semi-cosciente che risponde agli stimoli vocali con bisbigli o a tratti; con pain
    si intende un paziente che risponde solo agli stimolo dolorosi; con unresponsive
    si intende un paziente incosciente che non risponde a nessun tipo di stimolo.
    Procedendo dalla A (alert) verso la U (unresponsive) lo stato di
    gravità aumenta.



    E - Exposure
    (esposizione)


    In questa fase si valuta se
    il paziente ha riportato lesioni più o meno gravi. Il capo squadra spoglia il
    paziente (tagliando i vestiti se necessario) e fa una valutazione dalla testa
    ai piedi controllando eventuali lesioni o emorragie. I protocolli prevedono di
    controllare anche i genitali, ma spesso non risulta possibile sia per volontà
    del paziente sia perché risulta più semplice chiede al paziente se sente egli
    stesso dei dolori. La stessa cosa vale per quanto riguarda la parte in cui
    andrebbero tagliati i vestiti; può capitare che il paziente sia contrario e
    alcune volte gli stessi soccorritori decidono di non farlo se il paziente non
    riporta dolori, muove bene gli arti e assicura di non aver subito colpi in una
    determinata zona del proprio corpo. A seguito del controllo testa-piedi il
    paziente viene ricoperto con un telo termico per evitare una possibile
    ipotermia.

    Alla fine di questa fase, se il paziente è sempre stato cosciente, il team leader comunica tutti i parametri dell'ABCDE alla centrale operativa del 118, la quale gli dirà che
    cosa fare e in quale ospedale trasportare il paziente. Ogni qual volta che
    avvengono dei cambi sostanziali nei parametri del paziente, il capo squadra
    deve comunicarli subito al 118.



    Scoop and run o stay and play
    Dopo aver completato la
    valutazione primaria ed aver avvertito il 118 delle condizioni, la centrale
    operativa decide se far trasportare il paziente in ospedale oppure se inviare
    un altro mezzo di soccorso come ad esempio un'automedica. Se il paziente
    va portato subito in ospedale si usa la formula inglese scoop and run
    che significa letteralmente raccogli e fuggi; se la centrale ritiene di
    dover prima stabilizzare il paziente inviando un mezzo con personale medico o
    infermieristico si usa la formula inglese stay and play che significa
    letteralmente stare e agire.
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 15:42

    In caso d'incidente automobilistico, domestico, problemi di articolazione, impedimenti fisici come difficolta nel camminare ect, il paziente che viene trasportato dal luogo in cui si trova in ambulanza a seconda del caso per cui ha chiamato si usano delle barelle particolari.



    Tavola spinale

    La tavola spinale o asse spinale è un presidio utilizzato per l'estricazione, l'immobilizzazione e il trasporto dei pazienti politraumatizzati. La tavola spinale è stata concepita per ottenere l'immobilizzazione e la contenzione dell'intero corpo mantenendo l'allineamento della testa, del collo e del tronco del paziente politraumatizzato.
    Viene quindi utilizzata in caso di incidenti traumatici in cui si sospettano lesioni alla colonna vertebrale. Una buona tavola spinale deve avere queste caratteristiche:




    • ottima rigidità (deve mantenere la forma anche in presenza di
      carichi notevoli minimo richiesto dalla normativa di 150Kg)
    • versatilità
      (può essere utilizzata per diversi tipi di pazienti, lesioni e frangenti)
    • isolamento
      termico
    • maneggevolezza;
      impugnature solide e fissaggi adeguati (numero di fori adeguati che
      permettano una buona presa da parte dei soccorritori e un
      adeguato posizionamento dei sistemi di fissaggio)
    • radiocompatibilità
      (per permettere l'esecuzione di indagini diagnostiche quali RX, TC e MRI)
    • resistenza
      ad urti e corrosioni
    • dev'essere
      lavabile e igienizzabile
    • concordanza
      con gli altri presidi di immobilizzazione (collare
      cervicale
      , fermacapo,
      ragno ecc.)


    L'utilizzo della tavola spinale non esclude l'uso degli altri presidi di immobilzzazione.Quando ci si trova di fronte ad un paziente politraumatizzato è d'obbligo l'immobilizzazione della colonna vertebrale per non provocare al paziente altre lesioni. Per questo motivo l'uso della tavola spinale deve essere preceduto dal posizionamento del collare cervicale e seguito dal posizionamento del fermacapo e dal ragno per bloccare il paziente sulla tavola spinale. L'associazione di tutti questi presidi, e il loro corretto uso, permette di trasportare il paziente in posizione verticale (per farlo scendere ad esempio da un dirupo) e di capovolgerlo di 90°, se dovesse ad esempio vomitare. L'utilizzo della tavola spinale prevede la presenza di almeno tre soccorritori qualificati, in quanto uno, il leader, si occupa di immobilizzare il capo, e gli altri due si occupano di muovere il corpo tenendo la colonna vertebrale in asse. In caso di sospetta lesione alla colonna, il primo soccorritore dovrà valutare le funzioni vitali dell'infortunato avendo cura di fermare la testa nella posizione nella quale si trova e di chiamare il 118 specificando all'infermiere di centrale che si tratta di sospetta lesione di colonna. Si eviti di muovere l'infortunato per qualsiasi motivo, tranne che in stato di necessità, ovvero quando esista una reale ed imminente causa di aggravamento delle condizioni del paziente (es. un incendio nell'abitacolo in cui è l'infortunato, rischio imminente di frana, rischio di folgorazione da alta tensione, annegamento se l'infortunato è prono in una pozza d'acqua, arresto cardio-polmonare, e così via...). Se il paziente deve essere spostato è bene che l'allineamento venga garantito il più possibile: - in caso di infortunato steso supino, se il soccorritore è da solo lo trascini dai piedi, se si è in due un soccorritore stia alla testa della vittima bloccandola e l'altro lo trascini sempre per i
    piedi - in caso di infortunato prono, tentare una manovra di pronosupinazione tenendo in asse con un braccio il collo e la prima parte della schiena e girando il paziente con
    l'altro braccio - in caso di paziente in un veicolo, portarlo fuori tenendo una
    mano sul collo ed una sotto le ascelle del paziente per poterlo spostare.

    Il volontariato in ambulanza Fotostrumenti3


    Ultima modifica di Ele il Gio 25 Giu 2009, 23:08 - modificato 2 volte.
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 22:19

    Collarino cervicale

    In caso di primo soccorso, per immobilizzare il rachide cervicale, esistono due presidi:
    1) Il fermacapo, utilizzato nel recupero del paziente solitamente abbinato ad una tavola spinale e ad un collare cervicale, consente il trasporto del paziente
    2) il collare cervicale, utilizzato anch'esso nel recupero, viene però soprattutto prescritto per impedire il movimento delle vertebre cervicali, laddove si sospetti, o sia conclamato un trauma
    Il fermacapo è un sostegno per il collo in plastica o schiuma indurita, piuttosto rigido, che viene impiegato per immobilizzare e in posizione neutra le vertebre cervicali. L'espressione posizione anatomica, o posizione neutra, viene utilizzata per descrivere la posizione di testa - collo - tronco nel modo in cui normalmente appaiono nel corpo umano nella posizione supina. Mantenendo la testa, il collo e il tronco allineati in questo modo, la possibilità di danni cerebro-spinali diminuisce.

    I collari cervicali sono utilizzati nel primo soccorso, nell'emergenza e anche a scopo terapeutico per prevenire la flessione, l'estensione o la rotazione cervicale. Sono utilizzati oltre che in tutti i casi in cui si sospetta un trauma, anche durante la cura di numerose patologie.
    Esistono diversi tipi di collari cervicali. Quelli meno restrittivi, piuttosto soffici, sono di solito utilizzati per facilitare la transizione da un tipo più rigido verso la rimozione totale del collarino. Un collarino rigido, per esempio il Nek lok, Miami J, Atlas o il Patriot viene indossato per 24 ore al giorno fino a che la lesione non si è ricomposta.
    Il tipo Halo o SOMI (Sterno-Occipital Mandibular Immobilization) viene impiegato per mantenere le vertebre cervicali in asse con il resto della colonna vertebrale e immobilizzare la testa, il collo e lo sterno, di solito dopo interventi chirurgici e per le fratture cervicali. Tali collarini sono i più restrittivi in termini di possibili movimenti, rigidi e scomodi tra tutti i tipi di dispositivi cervicali per la guarigione del paziente.
    L'importanza della protezione delle vertebre cervicali deriva dalla possibilità di morte o lesioni permanenti (paralisi) come conseguenza del danneggiamento del nervo spinale.
    Il collarino presenta tuttavia anche delle controindicazioni e degli effetti collaterali che devono essere tenuti presenti, soprattutto se vengono indossati per un periodo di tempo prolungato. Un collarino rigido su un paziente affetto da spondilite anchilosante in alcuni casi può provocare parestesia e tetraplegia. Inoltre i collarini rigidi possono aumentare la pressione del fluido cerebrospinale, ridurre il volume tidale e provocare disfagia. Il paziente deve rimanere sotto stretta osservazione.
    Il volontariato in ambulanza Collari2


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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 22:23

    Ragno (primo soccorso)

    Con il termine ragno si fa riferimento a delle particolari cinte usate nel primo soccorso per immobilizzare il busto e gli arti di un paziente che ha subito un trauma.
    Dopo tutte le verifiche del caso effettuate dai soccorritori, il paziente traumatizzato viene posizionato sulla tavola spinale. Dopo avergli fermato la testa con il collarino cervicale e con il fermacapo, la persona viene immobilizzata tramite il ragno.
    Il ragno è generalmente composto da una lunga cinta verticale – che viene posizionata lungo tutto il corpo, dal collo ai piedi – e da 10 cinte poste sopra di essa in maniera orizzontale e simmetrica tra loro, 5 a sinistra e 5 a destra. La prima fascia di cinte ha la forma a V e viene fissata all'estremita superiore della tavola spinale, al di sopra della testa. Tutte le altre cinte vengono fissate ai lati della tavola spinale. La seconda fascia viene posizionata all'altezza delle spalle, la terza fascia all'altezza della vita, la quarta all'altezza delle ginocchia e la quinta all'altezza delle caviglie.
    L'ordine di allacciamento delle cinte alla tavola spinale è generalmente il seguente: 1-3-2-4-5.

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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 22:26

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    Fermacapo

    I fermacapo (detti anche cunei per la loro forma) sono dei presidi di forma trapezoidale in dotazione ai mezzi di soccorso sanitario. Essi vengono usati unitamente alla tavola spinale o alla barella cucchiaio, al fine di immobilizzare il capo di un paziente traumatizzato.
    Nella parte inferiore è solitamente presente un velcro, che viene applicato nell'apposito alloggio situato sulla tavola spinale; nella parte laterale invece si può notare un foro, il quale deve corrispondere alle orecchie del paziente, al fine di monitorarle anche in caso di otorragia.
    Nell'immagine a lato si possono notare due "strisce" che uniscono i fermacapo. Tali strisce, applicabili con velcro e chiamate mentoniere, servono ad immobilizzare ulteriormente il capo del paziente e vanno poste una sul mento e l'altra sulla fronte.
    L'utilizzo del fermacapo senza mentoniere è di scarsa efficacia nell'immobilizzazione del traumatizzato.


    Ultima modifica di Ele il Gio 25 Giu 2009, 23:00 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 22:34

    Il volontariato in ambulanza Fotostrumenti2


    Barella cucchiaio

    La barella a cucchiaio è una speciale barella, generalmente realizzata in metallo, formata da due valve. È utile per sollevare e trasportare un ferito che presenti dei traumi.
    La barella infatti viene separata nelle sue sub-unità, ognuna delle quali viene adagiata da un lato del paziente. Con una mossa sincronizzata, le due sub-unità vengono unite. Il paziente si trova adagiato sulla barella a cucchiaio avendo subito pochissimi movimenti.
    Negli ultimi anni, la barella a cucchiaio è stata quasi del tutto soppiantata dalla tavola spinale che, oltre a garantire una migliore protezione al paziente, risulta più pratica da usare ed essendo realizzata in materiali plastici è radiotrasparente. Oggi la barella cucchiaio viene principalmente usata per trasferire un presunto traumatizzato spinale dal terreno su una barella spinale o su un materassino a depressione, quindi per brevissimi trasferimenti.
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 23:16

    Steccobenda


    Per steccobenda si intende un sistema di immobilizzazione per gli arti. Lo scopo è quello di evitare che una frattura subisca ulteriori danni dovuti al movimento durante il trasporto in ospedale.
    Esistono di varie forme e materiali. Le più diffuse sono in tessuto sintetico con rinforzi di plastica rigida. Esistono varie forme e misure sagomate per la zona anatomica che deve essere bloccare. La manovra per mettere una steccobenda è abbastanza semplice, ma deve essere sempre fatta da soccorritori addestrati, in quanto manovre errate possono causare gravi danni. Generalmente, mentre un soccorritore tiene fermo l'arto, sorreggendo le due estremità separate dalla frattura, l'altro soccorritore posiziona la steccobenda, serrandola all'arto.
    Oltre alle steccobende rigide, ne esistono un altro tipo definite "a depressione". In questo caso le steccobende sono composte da contenitori plastici in cui sono presenti un gran numero di piccole sfere sempre di materiale plastico. Togliendo l'aria dall'interno della steccobenda, questa riesce a sagomarsi sull'arto colpito, diventando molto rigida grazie alla presenza delle piccole sfere. La loro diffusione è però ostacolata dalla delicatezza stessa: infatti una piccola foratura sulla superficie rende inutilizzabili le steccobende a depressione.
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 23:29

    Il Ked o estrinsecatore
    Il ked è uno strumento impiegato per l'estrazione in sicurezza di chiunque si sospetti abbia subito un trauma spinale in conseguenza di incidente stradale e sia rimasto in posizione seduta nell'auto.
    Purtroppo le procedure per il suo impiego sono complesse e richiedono un lasso di tempo spesso eccessivamente lungo.
    Una volta estratto il paziente dall'auto il ked viene tolto e viene impiegata una comune barella spinale per il trasporto in Pronto Soccorso.

    Il volontariato in ambulanza Stecca_schiena Il volontariato in ambulanza Steccaschiena_retro
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 23:31

    Il telo
    Il telo è un lenzuolo in materiale plastico molto resistente dotato di maniglie laterali. E' utilizzato per portare il paziente non traumatizzato dall'abitazione alla barella qualora siano presenti scalini.
    Data la sua flessibilità e manovrabilità è particolarmente adatto nei passaggi stretti. Correttamente impugnato facilita il trasporto anche di persone molto pesanti.

    Il volontariato in ambulanza Telo
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 23:33

    Il materassino a depressione
    Il materassino a depressione può essere utilizzato per il trasporto del paziente traumatizzato.
    Togliendo aria con una apposita pompa il materassino si irrigidisce sagomandosi intorno alla persona ed immobilizzandone il corpo. Quando viene poi pompata aria il materassino ritorna flessibile.
    E' particolarmente adatto per i trasporti lunghi e permette di fare radiografie senza dover muovere il paziente.

    Il volontariato in ambulanza Materassino
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    Messaggio Da Ele Gio 25 Giu 2009, 23:37

    La barella
    La barella è impiegata nella quasi totalità dei nostri interventi: consente il trasporto del paziente in posizione supina, semiseduta o antichock.

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    Messaggio Da Ele Ven 26 Giu 2009, 00:06

    Le ambulanze

    In Italia la costruzione delle ambulanze è regolamentata dal Decreto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione n. 553 del 17 dicembre 1987[1]. Il decreto individua due tipologie di ambulanza:

    • tipo A: con carrozzeria definita "autoambulanza di soccorso", attrezzate per il trasporto di infermi o infortunati e per il servizio di pronto soccorso, dotate di specifiche attrezzature di assistenza;
    • tipo B: con carrozzeria definita "autoambulanza di trasporto", attrezzate essenzialmente per il trasporto di infermi o infortunati, con eventuale dotazione di semplici attrezzature di assistenza.

    Quelle di soccorso si suddividono ulteriormente in base all'equipaggio:

    • le MSB (Mezzo di Soccorso di Base) hanno solamente soccorritori;
    • le MSAB (Mezzo di Soccorso Avanzato di Base) hanno anche un infermiere;
    • le MSA (Mezzo di Soccorso Avanzato) un medico ed un infermiere.


    Le principali dotazioni di bordo delle ambulanze di "Tipo A", in Italia sono:

    • Nel vano sanitario:

      • Barella standard
      • Zaino di pronto soccorso, contenente (oltre a vari "presidi" medici, come guanti sterili, cerotti, bende e garze sterili e non sterili, disinfettante, forbici tagliabiti, mascherine per ossigeno con reservoir) il set rianimazione (composto da cannula oro-faringea, pallone ambu e mascherina per ossigeno con tubo di raccordo e reservoir), il set malattie infettive (composto da mascherina, occhiali antischizzo, camice sterile, guanti) e, lo sfigmomanometro, il saturimetro e la coperta isotermica.
      • bombole di ossigeno portatili (in genere 2, da 2 litri l'una)
      • Impianto di fisso di erogazione d'ossigeno (rifornito, in genere, da 2 bombole di capacità compresa tra i 7 ed i 10 litri)
      • Aspiratore
      • Barella cucchiaio
      • Tavola spinale, con fermacapo e cinghia "a ragno"
      • Materassino a depressione
      • Set di collarini di varie misure o regolabili
      • Set di bende rigide o steccobende
      • Monitor e defibrillatore semiautomatico
      • Coltrino (detto anche telo) per trasporto pazienti
      • Sedia portantina
      • Estricatore
      • Estintore
      • Attrezzi da scasso

      </LI>


    • Nella cabina di guida:

      • Radio per la comunicazione con la centrale operativa
      • Comando azionamento dispositivi luminosi (lampeggianti blu)
      • Comando azionamento dispositivi acustici (sirena bitonale, eventuale sirena aggiuntiva a fischio o altra bitonale di riserva)
      • Comando azionamento fari per l'illuminazione posteriore o laterale (utili, per esempio, ad illuminare l'area di un incidente stradale notturno)
      • Comando per l'illuminazione ambiente posteriore (accensione e spegnimento luci per l'illuminazione del vano sanitario)
      • Comandi per la regolazione ambientale (regolazione del riscaldamento o climatizzazione per cabina di guida e ambiente posteriore)
      • Estintore

      </LI>


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    Messaggio Da Admin Orochisama Ven 26 Giu 2009, 01:05

    complimentoni Ele questo topic è troppo bello!!! Domani mi metto a leggere con calma le cose che hai aggiunto!!!
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    Messaggio Da Ele Ven 26 Giu 2009, 01:28

    Grazie cri :qaz:
    Domani aggiungo altre cosuccie.. Vi piaceranno anche quelle..
    Ho aggiunto alcune foto per spiegarvi bene le cose, così capite di cosa si parla.. :bll:
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    Messaggio Da Admin Orochisama Ven 26 Giu 2009, 12:21

    Ele ha scritto:Grazie cri :qaz:
    Domani aggiungo altre cosuccie.. Vi piaceranno anche quelle..
    Ho aggiunto alcune foto per spiegarvi bene le cose, così capite di cosa si parla.. :bll:

    Si ho visto, e io che dovevo chiederti se si poteva fare la foto dell'interno dell'ambulanza! Invece avevi già fatto tutto!!! Brava! :qaz:

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